È il chirurgo che lo operò la prima volta in Italia, quando Gianluca Vialli scoprì di avere un “ospite indesiderato”, come lo chiama lui, nel suo corpo. Era il 2017 quando il professor Alessandro Zerbi, responsabile di unità operativa di chirurgia pancreatica all’Humanitas di Milano, rimosse il tumore al pancreas all’ex campione di Samp, Juve e Chelsea. “Fu un intervento tecnicamente riuscito”, racconta il medico a Gazzetta Active. Ma da allora la battaglia di Vialli non è mai finita.
Lo ha operato nel 2017: l’intervento era andato bene? Come mai il tumore è tornato?
“L’intervento era andato tecnicamente bene, tanto è vero che Vialli è tornato a casa dopo pochi giorni anche grazie al suo fisico allenato. Le cure post-operatorie sono state eseguite a Londra, dove abitava. Purtroppo si trattava di una neoplasia particolarmente aggressiva e, come tutti i tumori, poteva ripresentarsi”.
“Il tumore è biologicamente più aggressivo di altri, inoltre la sua sede anatomica profonda nell’addome e il fatto che sia sprovvisto di una capsula fa sì che le cellule tumorali pancreatiche possano diffondersi nell’organismo precocemente. A questo si aggiunga la difficoltà della diagnosi, che il più delle volte è tardiva in mancanza di sintomi precoci. La ricerca scientifica sta andando avanti per migliorare la prognosi della malattia e la diagnosi e, negli ultimi anni, stiamo registrando progressi tangibili”.