La quiete, dopo la tempesta, porta con sé la solita serie un po’ inutile di interrogativi: dov’era il Var?, perché non è intervenuto?, perché non ha chiamato l’arbitro? Domande fini a se stesse che non fanno altro che alimentare sterili polemiche ed esasperare i toni. Così facendo non si fa che aumentare la distanza tra la gente comune, che si sente legittima “proprietaria” del gioco del calcio, e la classe arbitrale, chiamata proprio a rendere il gioco del calcio più giusto agli occhi della gente. Un paradosso. Allora, una domanda costruttiva sarebbe: perché non fare la Var a chiamata, il cosiddetto challenge in uso nel basket e nel volley?
