Retegui: “Sono felice di giocare nel Genoa, la nazionale è un sogno”

Mateo Retegui è entrato nella sala dei trofei del Museo del Genoa. E’ il momento delle foto di rito. Presenti anche il presidente Alberto Zangrillo, il direttore generale corporate Flavio Ricciardella e il direttore sportivo Marco Ottolini.  Ecco le prime parole dell’italo argentino, nuovo attaccante del Genoa.

Le tue emozioni.
“Sono felice. Sono in una grandissima squadra con un grande allenatore. Ho parlato con Milito e mi ha detto che il Genoa è una bellissima società con grandissimi tifosi”.

Come mai hai scelto il Genoa?
“Avevo altre soluzioni. Le parole dell’allenatore, la posizione del club che mi voleva. Ho preso una decisione per me e per la mia famiglia e nel mio cuore c’era di venire al Genoa. Sono felice di essere qua”.

Cosa ti ha detto Gilardino?
“Mi ha parlato di calcio. E’ un grande allenatore, è stato un grande giocatore della Nazionale e per me è un onore che sia il mio allenatore. Spero di imparare molto da lui e da tutta la squadra”.

Tra i motivi che hai scelto il Genoa c’era di stare più “vicino” a Mancini?
“E’ un onore giocare nella Serie A. Il Genoa era una soluzione. Sono felice di stare al Genoa, è un sogno giocare in Nazionale. Mi devo allenare molto. Grazie a Roberto che hanno avuto buone parole con me”.

Hai firmato un contratto di quattro anni. Ambisci e diventare un giocatore molto importante per questo club?
“Spero di imparare molto in squadra, di essere protagonista partita dopo partita”.

Come stai fisicamente?
“Ho giocato nel Tigre fino a giovedì. Sono in un’ottima condizione”.

Da Milito a Simeone tanti giocatori argentini. E’ una responsabilità o una gioia?
“Entrambe. Anche un onore essere qui mettersi la maglia e difenderla a morte”.

Conosci la storia fra Genoa e Boca Juniors?
“Ha una grandissima storia con grandi tifosi. Sono felice di difendere questo scudo. Abbiamo parlato a lungo di questo. E’ il destino, il mio bisnonno era genovese, penso sia il destino che giochi qui”.

Ti trovi più a tuo agio con un giocatore a fianco o come unica punta?
“Ho parlato con il mister, mi adatto a quello che mi dice il mister e a quello che necessita la squadra. Decide però il mister se giocare con un unico attaccante o con due”.

Il tuo obiettivo?
“La cosa più importante è giocare a calcio ed essere felice. Ovviamente poi è segnare. Il mio ruolo lo chiede. La squadra però ha il primo posto”.

L’Italia è un’occasione per dimostrare il tuo valore come in Nazionale.
“Grazie a Mancini. Sono fortunato a vestire la maglia della Nazionale. E’ un sogno realizzato”.

La corte del Genoa.
“Sono qui perchè ho voluto venire qua. Per la storia del club, per Ricciardella, Ottolini e il presidente che si sono interessati molto a me come al mister che mi ha chiamato. Per me è un onore che mi hanno mostrato la loro fiducia. Quindi è stata una decisione corretta”.

Il tuo numero e il tuo soprannome?
“Ho scelto il 19. Chapa è mio papà, io sono Mateo”.

Ci puoi raccontare quando è iniziata questa trattativa?
“Non saprei. Io non sono stato dentro il tema perchè giocavo con il Tigre. Ho saputo di questa possibilità dalla mia famiglia. E’ un grande passo per la mia carriera e per la mia vita. Non è stato difficile”.

Hai già visto partite del campionato di Serie A?
“E’ differente. Mi piace molto il calcio. E’ un calcio duro e difficile”.

TMW – Quanta voglia c’è di giocare al “Ferraris” davanti al pubblico rossoblu?
“Conosco lo stadio con i tifosi che sono passionali. Ho voglia di giocare e segnare gol”.

Fonte: tuttomercatoweb

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