Martin si opera. Trazione delle moto e cadute: “Nessuno come Ducati”, aveva ragione Marquez?

Da sempre, nelle corse del Motomondiale si cade. Tuttavia il numero di cadute sin dal primo giorno dei test della MotoGP a Sepang è un segnale di allarme per quel che potrebbe accadere nelle prove ufficiali e nelle gare, a cominciare dal GP di Thailandia del 28 febbraio-2 marzo. Non siamo alle solite innocue scivolate, ma a paurosi (e spettacolari) highside, con fratture che costringono già piloti di primo livello, a cominciare dal campione del mondo Jorge Martin, a saltare i prossimi test e a presentarsi ai primi round iridati non proprio in forma, non solo fisicamente. Incolpare i piloti di queste prime cadute nelle prime prove di Sepang pare effettivamente un modo di non voler prendere il toro per le corna. Certo, in MotoGP c’è già un clima surriscaldato, specie per i movimenti piloti che ci sono stati da una Casa all’altra, da un Team all’altro. Basti pensare all’arrivo di Marc Marquez in Ducati ufficiale, nuovo compagno di squadra di Pecco Bagnaia. Ma non solo. Nei team, nessuno escluso, la tensione è salita: chi aveva gap importanti tecnicamente (come Honda e Yamaha) sta facendo di tutto per recuperare e chi era già competitivo ma non vincente (come Aprilia e Ktm) pensa che, anche grazie al supporto di piloti-fuoriclasse, il 2025 sia l’anno buono per potersi giocare il mondiale con le Rosse di Borgo Panigale, sostanzialmente alla pari. Il fatto è che, così come i piloti non sono tutti uguali, anche le moto non sono tutte uguali.

Fonte: gazzetta.it

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