Mai oltre la mezz’ora in campo, ogni volta un guaio: continua la maledizione di Pogba

Quanto ci sia da preoccuparsi o meno lo diranno gli accertamenti delle prossime ore: quando si vive un calvario come quello di Paul Pogba si perde ogni sicurezza e ogni dolorino non è un campanello di allarme, è la sirena di un’ambulanza. Ma non è sfuggito che mentre i compagni festeggiavano sotto la curva per la vittoria a Empoli, il Polpo si allontanava dal campo insieme ai sanitari del club. “Ha sentito un fastidio dietro alla gamba”, ha detto Allegri. La stessa gamba del ginocchio fasciato, quello destro. Il francese poi è rimasto in campo fino alla fine, gestendosi. La sosta del campionato ora viene in aiuto, ma appena lo si è visto fermarsi in mezzo al campo, ritraendo la gamba dopo un contrasto con Bereszynski mancato per il dolore, nella testa di tutti si è acceso il timore dell’ennesima stagione della via crucis.

L’inizio di tutto viene fatto risalire a quel 23 luglio della tournée americana 2022, una fitta in allenamento tradotta dagli accertamenti strumentali in quella lesione al menisco laterale del ginocchio destro che con un famigerato tira e molla è stata affrontata dapprima con una terapia conservativa e poi con un intervento che ha comunque finito per negare a Pogba il Mondiale in Qatar. La realtà è che il Polpo è un giocatore fisicamente fragile già dalle sole 27 partite giocate nel suo ultimo anno allo United e dalle 22 della sua penultima stagione a Manchester.

Nel primo anno in bianconero le presenze si sono tristemente abbattute a 10, per 161 minuti totali, mai oltre la mezzora di impiego. Tra continui stop&go figli delle ricadute muscolari arrivate a cascata dai problemi al ginocchio: lo stiramento all’inguine che ha rimandato il suo debutto la scorsa stagione dalla panchina di fine gennaio col Monza al rientro effettivo nel derby di fine febbraio col Torino, dall’infortunio agli adduttori di inizio marzo al rientro di metà aprile e la cauta ripresa di confidenza col campo, fino al nuovo infortunio alla coscia che a metà maggio contro la Cremonese ha chiuso anzitempo la sua stagione, per vederlo tornare in campo solo con la nuova annata tre mesi e mezzo dopo.

Comunque prima del tempo, perché il suo debutto in questo 2023-24 pareva destinato ad arrivare dopo la sosta per le nazionali che inizia adesso, invece nei giorni precedenti alla prima di campionato ecco i lampi nel test con l’Alessandria: a Udine non è sceso in campo, ma ha giocato 24 minuti più recupero col Bologna e questi 28 più recupero a Empoli, quelli del nuovo stop. Peraltro in uno scampolo in cui aveva anche segnato, se la sponda di Vlahovic non fosse stata in fuorigioco. “Pogba va gestito e centellinato, nel senso che sta venendo fuori da un infortunio ed era un anno che non giocava”, aveva detto Allegri alla vigilia, e non si tratta neanche più di essere buoni o cattivi profeti, di pensare di portare bene o male con quello che si dice, perché ormai col Polpo va sempre così, da quando è tornato alla Juve. Se anche non fosse niente di preoccupante, lo aspetta in ogni caso un futuro sapendo di doversi gestire. Ma almeno, se fosse solo uno spavento, aiuterebbe a non sgretolare ancora un po’ quelle sicurezze ormai ridotte ai minimi termini.

Fonte: gazzetta.it

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