Si mangia le mani il Como, a sorpresa ma non troppo. Domina la gara, manca 5-6 palle gol pulitissime, va sotto verso la fine del primo tempo per un regalo della difesa alla Lazio, ma nella ripresa, con l’uomo in più (espulso Tchaouna) raddrizza meritatamente il match, conquistando un pareggio (1-1) che gli va comunque stretto per quanto fatto vedere in campo. La Lazio conferma di avere smarrito la brillantezza e la sfrontatezza che l’hanno portato — contro ogni più ottimistica previsione — in zona Champions.
Ancora stordita per il derby perduto domenica scorsa, la squadra di Baroni ieri sera ha pagato anche l’assenza di 6 elementi importantissimi, tra squalificati (Zaccagni, Gila e Castellanos) e infortunati (Pedro, Vecino e Patric, con Tavares non al top ed entrato solo nella ripresa).
Il gol di Dia, complice la dormita generale della difesa comasca, ha solo illuso la Lazio, che ha rischiato di restare in 10 già dopo una ventina di minuti per un intervento al limite del rosso di Gigot su Nico Paz: era quantomeno giallo e rigore per i lombardi, l’arbitro e il Var, inspiegabilmente, non sono intervenuti e Paz — il migliore sino a quel momento — è uscito zoppicando. Nel finale, in 10, i biancocelesti hanno sfiorato il gol con Guendouzi, ma sarebbe stato un premio eccessivo. E una punizione ingiusta per il Como.