Il numero uno del nostro calcio si sente quasi tradito dal suo ex allenatore che, stando a quello che racconta al quotidiano milanese, non gli aveva mai anticipato la volontà di andarsene dalla Nazionale: “Ci sono rimasto male, avevamo un rapporto di amicizia e professionalità– aggiunge Gravina- non ho mai fatto invasioni di campo, non ho mai chiesto la formazione. Non mi meritavo parole così”.
Decisa anche la risposta a Mancini che si sarebbe aspettato che le sue dimissioni non venissero accettate: “Eliminando la clausola in caso di mancata qualificazione a Euro 2024?- risponde Gravina- Stendiamo un velo pietoso, le sue motivazioni sono deboli e superficiali“.
E sui presunti interventi sullo staff, considerati rivoluzionari da Mancini, la risposta è ancora più decisa: “Solo Evani era uscito. Ed era in nazionale prima dell’arrivo di Roberto. Recentemente gli abbiamo rinforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui”.
E alla fine, non manca l’amarezza per le dimissioni arrivate attraverso una formale PEC: “Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi“.
Uno sguardo al futuro che porta il nome di Luciano Spalletti: “Mi ha mostrato un entusiasmo contagioso dalla prima telefonata. la clausola? Una questione sua col Napoli”.