Dino Zoff compie 80 anni: un simbolo del calcio azzurro

Oggi Dino Zoff compie 80 anni. L’ex portiere di Udinese, Mantova, Napoli e soprattutto Juventus è stato uno dei giocatori più longevi del nostro calcio, ma anche allenatore di successo (sempre Juventus, Lazio e Fiorentina) e commissario tecnico di una nazionale che, a Euro 2000, ci ha fatto sognare, arrivando a un passo dal titolo continentale (ma che ha posto le basi per il successo mondiale, arrivato sei anni dopo).  È stato Zoff, l’11 maggio 1982, ad alzare la Coppa del Mondo nel cielo di Madrid, un’immagine diventata icona non solo del nostro calcio, ma dell’intero sport azzurro.

Nato a Mariano del Friuli il 28 febbraio 1942, Zoff ha giocato a calcio oltre 20 anni, collezionando 570 presenze in serie A (più altre 72 in serie B) e 112 in nazionale maggiore. Ruolo, ovviamente: portiere. È stato un campione assoluto nel suo ruolo, oltre che anello di congiunzione tra diverse generazioni di giocatori: nei suoi dieci anni alla Juventus ha condiviso lo spogliatoio con Paolo Rossi, Gaetano Scirea, Roberto Bettega, Michel Platini, Marco Tardelli e Antonio Cabrini, ma lo ha fatto anche con campioni come Jose Altafini e Omar Sivori nelle precedenti stagioni come portiere del Napoli, dove ha sfiorato lo scudetto il primo anno (stagione 1967/68). Di trofei ne ha conquistati tanti nella sua decade bianconera: dal 1972 al 1983 ha vinto sei campionati italiani, due coppe Italia e una coppa UEFA, primo alloro internazionale della squadra torinese. Tante gioie ma anche qualche delusione, come la finale persa di Coppa dei Campioni del 1983. Ad Atene l’Amburgo sconfisse 1-0 la Juventus grazie a un gol di Magath, che trafisse Zoff con un sinistro dal limite dell’area. Quella è stata la sua ultima partita da professionista, a 41 anni.

La carriera di allenatore di Dino Zoff si è svolta tra Juventus, Lazio e nazionale, per poi chiudersi con una breve parentesi alla Fiorentina. L’inizio è come preparatore dei portieri proprio nella Juve, poi, dopo un incarico come commissario tecnico per le qualificazioni olimpiche, torna a Torino come responsabile della prima squadra. Sono gli anni di Sacchi al Milan, Trapattoni all’Inter e c’è un certo Maradona a Napoli, la rosa non è all’altezza e arriva due volte quarto, vincendo una Coppa UEFA e una Coppa Italia. Viene poi chiamato da una Lazio in ricostruzione e tornata da poco in Serie A. Zoff, in quattro anni, riesce a riportarla in Europa e fa debuttare un certo Alessandro Nesta. L’esperienza più importante, però, è quella con la nazionale: dal 1998 al 2000 siede sulla panchina più importante e, agli Europei di Belgio e Olanda del 2000, riesce quasi a laurearsi campione d’Europa anche da allenatore. Wiltord e il golden goal di Trezeguet gli negano una gioia forse meritata, ma il suo “regno” sulla panchina azzurra ha posto le basi per i futuri successi della nazionale.

Fonte: style.corriere.it

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