Da Prestianni a Capaldo, ecco i nuovi argentini azzurrabili!

Ovviamente non c’è un Mateo Retegui a ogni angolo del Sudamerica, ma c’è chi per conto della Figc lavora ogni giorno per trovarne. Non ci saranno nell’immediato chissà quanti altri Retegui in Nazionale, anche perché lo “studio” del centravanti del Tigre è iniziato da molto tempo, però a questo punto non è da escludere che Roberto Mancini ne chiami qualcun altro, per vedere l’effetto che fa.

Con El Chapita ha funzionato, pare. E magari potrà funzionare anche con Gianluca Prestianni o Nicolàs Capaldo, con Giuliano Galoppo o Marco Di Cesare, i nomi al momento seguiti con più interesse. Seguire non significa convocare di sicuro: monitorare è un gioco d’anticipo per essere preparati in caso di necessità. O di emergenza come è stato nel caso dell’attaccante del Tigre. Ma il c.t. domenica sera subito dopo la vittoria a Malta si è esposto: “Magari ne vedrò altri: i tempi sono cambiati, non bisogna scandalizzarsi”.

Anche perché, ha aggiunto, ormai così fan tutti. Diciamo che così fanno anche altri, la Svizzera su tutti. Quello che ha scelto di fare la Figc è disporre una presenza forte soprattutto in paesi come Argentina e Brasile (ma il lavoro verrà intensificato anche in Europa, in particolare in Svizzera, Belgio e Germania, per amplificare il ventaglio di soluzioni): anzitutto per curare una banca dati molto dettagliata sulle opportunità di doppi passaporti. Una premessa necessaria per avviare poi un lavoro di scouting da mettere a disposizione di Mancini e del suo staff, per le valutazioni decisive. Sapere con chi poter sondare un’eventuale disponibilità a scegliere l’azzurro è un primo passaggio decisivo.

In questo senso, già da tempo sarebbero stati avviati contatti con la famiglia di Gianluca Prestianni, classe 2006, attaccante del Velez Sarsfield, clausola da dieci milioni di dollari.

Uno dei profili più “caldi”, anche perché è per il reparto offensivo che Mancini oggi ha meno possibilità di scelta e il talentino argentino ha caratteristiche tecniche combacianti con quelle indicate dal c.t. azzurro come più necessarie: giocatori tecnici, che saltino l’uomo e aggiungano qualità negli ultimi 20-30 metri. Al momento l’unica maglia dell’Argentina indossata da Prestianni è quella dell’Under 17 di Aimar: è ovvio che un talento che incanta dai tempi del vivaio, ha esordito in prima squadra a 17 anni appena compiuti e porta un soprannome pesante come la Pulguita non può non interessare anche l’Argentina, ma la questione è aperta. Anche perché nei prossimi mesi si completeranno le già avviate pratiche per ottenere il passaporto italiano.

Almeno a centrocampo Mancini ha più alternative, per questo gli oriundi sotto la lente hanno caratteristiche più spiccatamente offensive. Nicolás Capaldo, 24 anni, cresciuto nel Boca Juniors, è già noto in Italia: con il Salisburgo ha incrociato il Milan in Champions League e ha segnato contro la Roma in Europa League.

È nato come mediano, ma l’evoluzione tecnica lo ha portato a diventare una mezzala d’attacco: tipologia di giocatore (vedi Pellegrini e Zaniolo) che Mancini apprezza e considera coerente con la sua idea di calcio e il suo 4-3-3 “mobile”, ovvero nella versione che contempla anche esterni non “puri”. La similitudine con Retegui sta nella “raccomandazione” che li precede: Juan Sebastian Veron nel caso del Chapito, per Capaldo l’ok di Daniele De Rossi, che lo ha avuto come compagno al Boca e ha consigliato al c.t. di seguirlo con ancora maggior attenzione.

Centrocampista offensivo, forse ancora più offensivo, è Giuliano Galoppo, classe 1999, anche lui argentino, dalla scorsa estate al San Paolo dopo un passato al Banfield: in Brasile sta dimostrando appunto una certa confidenza con il gol, 8 in 10 presenze nell’ultimo torneo paulista.

Chi invece per mestiere cerca di evitare gol avversari è Marco Di Cesare, 21 anni, origini campane: centrale di fisico (1.86) dell’Argentinos Juniors, un bel martello in marcatura. Ha ancora tutto da dimostrare, ma anche in difesa Mancini non naviga nell’abbondanza…

Fonte: gazzetta.it

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