Le ultime 24 ore del mercato invernale sono state un intreccio di emozioni per Nicolò Fagioli, che ha lasciato la Juventus dopo 11 anni per trasferirsi alla Fiorentina. La svolta definitiva è arrivata solo alle 22,30, quando da Firenze è arrivato il quarto e ultimo rilancio per convincere gli uomini della Continassa. Da quel momento è stata una corsa contro il tempo, considerato che la procedura per il trasferimento – dopo la firme del calciatore negli uffici del club bianconero – è stata ultimata a 10 minuti dalla chiusura della sessione.
Sulla strada verso Torino sono riaffiorati i ricordi più belli della vita in bianconero e sono maturati i primi dubbi sulla concreta possibilità di trasferirsi all’estero, lontano da casa. Tanto da non rispondere alle chiamate da Marsiglia e compromettere nel suo momento decisivo l’operazione. Retroscena: la dirigenza del Marsiglia ha raggiunto Fagioli con l’intervento amicale del suo ex allenatore, Max Allegri, al quale il ragazzo aveva chiesto consiglio sulla migliore scelta da fare in questo momento della sua carriera. L’ex allenatore della Juve ieri ha semplicemente indirizzato Nicolò verso la chiarezza: a quel punto, Fagioli ha chiamato De Zerbi, lo ha ringraziato per la fiducia dimostrata da inizio mercato e gli ha detto con trasparenza di avere dubbi sul trasferimento all’estero.
Fagioli ha trascorso la serata alla Continassa, in attesa della svolta che è arrivata solo in serata: tra le 20 e le 21. La Fiorentina, consapevole di essere rimasta da sola nella corsa al calciatore, ha cominciato a rilanciare fino a raggiungere la totale intesa con la Juventus. In realtà, senza grande entusiasmo da parte di Giuntoli e del suo staff, per via di un’operazione interessante sul piano finanziario ma lontana dal suo potenziale massimo. La Juve ha accettato di liberare Fagioli per rispetto della sua volontà, perché ai margini delle scelte di Thiago Motta e non più connesso mentalmente al progetto stagionale. Nicolò non avrebbe mai pensato di lasciare così fino a poco tempo fa: si vedeva in maglia bianconera per tanti anni, confortato proprio dalla fiducia del club, ma voleva giocare di più per riprendersi anche un posto nella nazionale azzurra.