Rinnova pure Barella. Nel silenzio, lontano dai riflettori, qualche passo è stato già fatto. Tanto che non si sbaglia nel fissare anche una tempistica relativamente breve: la firma potrebbe arrivare nelle prime settimane del 2024, entro l’inizio della primavera. C’è dell’altro, dunque, dopo le urgenze Mkhitaryan e Darmian, le necessità Dimarco e Dumfries e l’obiettivo Lautaro. C’è dell’altro e raggiunge Nicolò, la cui scadenza contrattuale attuale è pari a quella del Toro argentino – 2026 – e intorno alla quale la società nerazzurra ha manifestato la stessa volontà messa in atto per il capitano.
Barella corre ovunque, allora. Ieri ha festeggiato la qualificazione all’Europeo stappando una bottiglia di barolo, come testimoniato da lui stesso via Instagram. A Leverkusen ha sudato per quattro, a Torino domenica dovrà farlo per otto con una missione di squadra – vincere e andare in fuga – e una personale, perché il ricordo della gara di un anno fa – 6 novembre, 2-0 per la Juve – non è per niente dolce, con quel famoso mancato cartellino giallo speso su Kostic in occasione del primo gol. Cose del passato, che però incidono su presente e futuro. Il presente è quello di un centrocampista tornato a splendere, sbocciato a novembre dopo un inizio di stagione faticoso. Sorride Inzaghi, ha sorriso Spalletti, se la gode pure Nicolò: il Mondiale non giocato gli era rimasto nel cervello, la serata contro l’Ucraina ha tolto un peso dalle sue spalle.