Andrew Howe a Giffoni: “Atletica, che sogno ripetere Tokyo…”

GIFFONI VALLE PIANA (Salerno) – Andrew Howe – lunghista e velocista dell’atletica azzurra – tra i protagonisti del “Giffoni Sport” e al microfono di Radio Sportiva, per raccontarsi ai giovani e per inquadrare l’Olimpiade di Parigi ormai alle porte. Gli azzurri – dopo i grandi risultati di Tokyo – puntano a stupire ancora.

Andrew, hai 38 anni ma non hai ancora smesso di correre, vero? “Io vorrei fare qualche gara a settembre, per chiudere in modo decente. In pista. Non davanti a una telecamera” dice Howe a Sportiva.

La tua vita come un film? “Tra infortuni, problematiche e altro direi di sì, veramente dopo un film. Dopo il 2011 ho avuto vicissitudini di tutti i colori. La rottura del tendine, poi vinco i campionati italiani, le mancate Olimpiadi. Un vai e vieni abbastanza pesante” sorride Howe.

L’Olimpiade di Parigi. “Vedo bene l’atletica azzurra. Sarò lì a tifare. Non vedo l’ora. Ci divertiremo. L’Italia sta tirando fuori dei talenti incredibili dopo che abbiamo passato momenti difficili. L’Olimpiade a Tokyo è stata da sogno. Spero di rivedere un’Olimpiade così, sarebbe fantastica”.

Come lo vedi Furlani nel salto in lungo? “Un fenomeno, lo vedo bene. Un misto tra Mike Powell e Bob Beamon. Questo basta e avanza. Lui può fare cose veramente spaziali” dice Andrew Howe a Sportiva.

L’Olimpiade di Pechino del 2008. “Purtroppo alle Olimpiadi non sono mai riuscito a far uscire quello che volevo, perché o ero infortunato o ero troppo giovane. Ma una bella esperienza, porto sempre nel cuore quell’atmosfera. Mi ricordo di Kobe Bryant che mangiava alla mensa come me, faceva la fila come me. E allora a dire che questi mangiavano come me, erano come me e forse potevo ambire anche io a fare grandi risultati. Un’emozione”.

L’esperienza con l’Inter nel 2009. “Mi allenai tre mesi con l’Inter, mi ero fatto male a un bicipite. Era inverno, stavo lì. Ho conosciuto Ibrahimovic, Stankovic, Mancini, Zanetti. Tanti campioni. Non facevo alcun ruolo, stavo lì e mi facevo massaggiare – dice Howe a Sportiva – Però i calciatori erano molto incuriositi dal mio lavoro e da quello che facevo lì”.

di MARCO BISACCHI

Ti potrebbe interessare

Menu