GIFFONI VALLE PIANA (Salerno) – Giorgio Porrà è “L’uomo della domenica” su Sky. Il suo modo di raccontare lo sport passa anche attraverso altri mondi. La musica, il cinema, la letteratura. E poi c’è anche lo sport, il calcio, l’arte pallonara troppo spesso inquadrata come figlia di un Dio minore. Giorgio Porrà ha incontrato i giovani di “Giffoni Sport” e ha chiacchierato con Radio Sportiva di calcio e non solo.
Giorgio Porrà, tu non racconti solo il calcio, lo sport. Ti piace raccontare il Mondo. “Il mio modo di raccontare lo sport va in questa direzione. Cerco sempre di contaminarlo e metterlo in relazione con musica, letteratura e società in genere. Parto sempre dal presupposto che il modo migliore di restituire e raccontare lo sport al meglio sia quello di equipararlo ad altre forme espressive che forse molti, ancora troppi, sbagliando considerano più alte. Ma non è così”.
La svolta della Serie A sulle pay tv – dal 1993 in avanti – come ha cambiato il racconto del calcio? “Dal mio punto di vista il racconto del calcio è cambiato in meglio. Io arrivavo da una realtà regionale, Videolina, gruppo Unione Sarda, e sono arrivato a Telepiù nel momento giusto. Nel momento in cui si tentava questa avventura nella tivù satellitare. All’epoca sembrava una cosa visionaria pensare che gli italiani si potessero munire di decoder e parabola per vedere a pagamento il cinema e il calcio. Invece siamo quasi 5 milioni come nostro bacino d’utenza. Tutto sommato una scommessa vinta. Dal mio punto di vista, avendo Telepiù una proprietà francese è stata una fortuna. In quel momento c’era la possibilità di puntare su linguaggi nuovi, provando a uscire da certe gabbie di racconto mescolando lo sport con altre cose. Poi quel tipo di idea, quel tipo di narrazione me la sono portata appresso per tutto il mio percorso. In fondo, L’uomo della domenica è un format che nasce dallo Sciagurato Egidio. Il tentativo di uscire dal moviolismo esasperato e dalla polemica strumentale, provando a raccontare lo sport in modo diverso” dice Giorgio Porrà a Radio Sportiva.
Moviolismo esasperato. E però oggi la Var decide le partite. “Non so se vado controcorrente. Continuo a pensare che la Var sia uno strumento benedetto, se gestito nel modo più corretto possibile. A me piace anche quel momento di suspence per capire cosa decidono gli arbitri. Nel nostro campionato le nostre partite non sono sempre un distilato di spettacolo, continuo anche a pensare che la narrazione orale a volte sia più avvincente del calcio giocato. Sto un po’ estremizzando però, cercate di capirmi. Ecco, quei momenti di suspence danno sapore al racconto. Io contestavo quell’indagine di mercato secondo cui i ragazzini guardano solo gli highlights, i riflessi filmati delle partite. Invece anche io ogni tanto mi scopro che anche io sono come i ragazzini. Certo serve alzare il livello dello spettacolo. I recenti europei ci hanno spiegato che la strada è piuttosto lunga per quanto ci riguarda. Lavoriamo in quella direzione, magari riusciamo a far cambiare idea anche ai ragazzini” dice Porrà a Sportiva.
Quale sarà il film del campionato alle porte? Quante novità sulle varie panchine. “Può essere che assisteremo a un campionato un pochino più incerto rispetto alle ultime stagioni, con Inter e Napoli che hanno dominato. Sono curioso di vedere Thiago Motta alla Juventus. Io continuo a pensare che la Juventus abbia un suo dna. Sarri aveva vinto lo scudetto ma il suo calcio visionario non aveva proprio attecchito a Torino. E Thiago Motta in quel solco insiste. Mi sembra che la Juventus stia riuscendo a coprire le lacune dell’anno scorso. Sono molto curioso di capire come andrà il rapporto tra Conte e De Laurentiis a Napoli. Credo che l’Inter partirà in prima fila, non ci sono dubbi. Sono curioso anche della scelta del Milan su Fonseca, che pure non entusiasma i tifosi ma potrebbe essere la scelta giusta. Stiamo a vedere”.
Un lungo percorso professionale non senza salite anche a livello personale. E poi le perdite di due compagni di viaggio come Paolo Rossi e Gianluca Vialli. “Il programma di cui mi occupo da qualche anno si chiama L’uomo della Domenica non a caso. Cerco di svelare la dimensione più intima dei personaggi di cui mi occupo. E’ vero, negli ultimi anni ci sono stati dei lutti pesanti che continuo a faticare ad elaborare. Se parliamo di Paolo Rossi e Luca Vialli, con loro ho condiviso esperienze, un bel pezzo di strada. Loro mi sono stati vicini durante le cavalcate Champions, insieme abbiamo fatto l’ultima diretta di un’italiana vincente, l’Inter del triplete. Ed erano anni difficili anche per me. Affrontavo anche io una malattia pesante. Loro mi sono stati vicini. Una cosa difficile da elaborare. Due sportivi meravigliosi e due esseri umani speciali per me e per tutti. Sarebbe troppo lungo elencare le qualità di Luca e Paolo. Chiudiamola qui, sennò finisce che mi commuovo” dice Giorgio Porrà a Radio Sportiva.
Buon Giffoni Sport, buon campionato e buone Olimpiadi. “Buone Olimpiadi, sì. Sono molto curioso di vedere gli sport di squadra, brucia il fatto che non ci siano basket e calcio. Spero arrivino buoni risultati da pallavolo e pallanuoto. Sono curioso di capire se le medaglie dell’atletica saranno confermate o meno, anche se è difficile confermare risultati così importanti. Sono curioso di vedere cosa faranno i miei atleti corregionali, i sardi. La provincia di Oristano ha 4 atleti alle Olimpiadi. Per me che ho uno smirato orgoglio etnico è veramente una meraviglia. La Sardegna un paradiso? Più del paradiso…”.
di MARCO BISACCHI