di Andrea Capretti
Lo storico direttore sportivo Walter Sabatini ci ha presentato il suo libro “Il mio calcio furioso e solitario”:
Nessun offerta di lavoro dopo la Salernitana?
“Non mi hanno cercato e sono anche un po’ sorpreso. Il calcio manca a me ma anche io manco al calcio… Le nuove proprietà credono di fare il calcio solo con le statistiche e forse non conoscono l’importanza del ruolo del direttore sportivo che non è solo un talent scout ma un mediatore all’interno di un club, di un gruppo composito di persone che non riguarda solo la squadra. Se andrei all’estero? Sì, ma con il minus della mancata conoscenza della lingua: un allenatore può anche farne a meno ma un dirigente si interfaccia con tante realtà non lo può fare con l’interprete mentre un tecnico parla il linguaggio universale del calcio”.
Il giocatore più forte che ha scoperto.
“Sono stato un uomo fortunato professionalmente però se c’è un ricordo nitido delle cose che ho fatto a parte Salah, Nainggolan, Dzeko… lo ho pensando a Marquinhos: l’ho preso a 18 anni e a 18 anni è stato subito titolare nella Roma, a lui sono legato in maniera particolare: oggi è il Capitano del PSG”.
Sul suo rapporto con la Roma di ieri e di oggi.
“Non è un rimpianto ma un ricordo vivido, amore totale. Per la Roma ho fatto qualcosa in più rispetto ad altri club. Riconosco alla Roma di oggi che è una squadra ‘scientifica’, sa come e quando colpire l’avversario, è molto cinica somiglia molto al suo allenatore. E’ una squadra destinata a vincere qualcosa. Con Mourinho non mi troverei, è un binomio che non potrà mai esistere, è un dubbio che non si pone”.
I suoi colleghi DS Giuntoli e Massara protagonisti delle ultime due stagioni.
“Merito di Luciano Spalletti ovviamente, però Giuntoli ha fatto un lavoro straordinario a Napoli su questo non credo ci possano essere dubbi. Lo scudetto del Milan di Ricky Massara (assieme a Maldini) è stata una grande gioia per me, è come aver scoperto un calciatore più o meno”.
Stagione importante delle squadre italiane nelle varie Coppe.
“Le nostre squadre vanno bene perché abbiamo grandi allenatori. Noi italiani siamo abituati a piangerci addosso e animati da un sottile sentimento di invidia verso gli altri che non ha motivo di esistere. Perché il nostro campionato non è inferiore alla Premier League nonostante quello che si dice, non è inferiore alla Liga, alla Ligue1, la serie A è un torneo strepitoso come sta dimostrando il campionato in corso dove la lotta è aperta per tutte le posizioni, è un campionato vitale e i nostri allenatori sono veramente fortissimi. Una di queste Coppe deve essere vinta dalle squadre italiane, che si Conference, Europa o addirittura Champions League, non voglio dirlo ma io ci credo anche per la Champions”.
E in Champions ci sarà Inter-Milan in semifinale.
“Il derby di Milano in semifinale di Champions è una cosa bellissima ma anche ‘tragica’. Chi arriverà con la condizione migliore la spunterà, sarà un grande spettacolo per i tifosi. Il Milan ha passato un periodo di crisi ora si è ripreso ed è tornato competitivo. La stessa Inter si è ritrovata e arriverà al massimo. Saranno partite super-competitive, belle da vedere, emozionanti, uno spettacolo da vedere.
Come sceglie un allenatore Walter Sabatini, e un giocatore?
“Di un allenatore per prima cosa guardo come fa giocare la squadra, con quale intensità, chiarezza e solidità, poi guardo all’immagine, al carisma e alla presenza che non sono marginali ma secondarie rispetto a come gioca la squadra. In un giocatore bisogna cogliere la generosità, quanto è pronto ad aiutare i compagni, quello si coglie subito. Contano le qualità tecniche, la generosità, la forza, la resistenza, tutta una serie di fattori che portano un giocatore a essere un giocatore di alto livello”.
Situazione difficile alla Juventus quest’anno.
“Certo che ci andrei, chi non va alla Juve? Poi io voglio lavorare non mi metto a fare distinguo. La Juve è una società destinata sempre a competere, ci mancherebbe. La situazione in cui si è trovata crea distrazione è inevitabile. Allegri comunque ha saputo tenere la barra dritta nonostante tutte le situazioni difficili attorno alla squadra – tra punti tolti, ridati, ecc. – che ha ottenuto risultati accettabilissimi”.
Sulla questione plusvalenze e le inchieste che ne sono nate
“Sono stati messi in atto comportamenti che potrei definire superficiali ad essere generoso: ma è qualcosa di peggio in realtà, sono state fatte cose veramente sbagliate”.
Grandi difficoltà per la Sampdoria.
“Guardando il muro della Gradinata Sud che continua a incitare con un fede incrollabile sento una fortissima amarezza. La situazione della Samp è tristissima, sono amareggiato per i tifosi che meritano ben altro. Osservando questa situazione ditemi se non è equiparabile alle tragedie antiche come dico nel libro: è una tragedia umana e sportiva”.
Il calciatore che le è più piaciuto in questo campionato?
“Dovessi scegliere 3 giocatori giovani? Non ve lo dico, segreto professionale. Il giocatore più forte della Serie A è Samardzic dell’Udinese, e insieme a lui Frattesi del Sassuolo. Osimhen, Kvara e Leao li dò per scontati… ma Samardzic e Frattesi fossi in un club importante andrei subito a cercarli ”.