Formula 1, caso budget cap: la Red Bull teme sanzioni

Domani è il D-Day e il mondo della F.1 aspetta con la trepidazione di chi teme un cataclisma in arrivo. Dagli uffici parigini della Federazione internazionale, in Place de la Concorde, saranno infatti rese note le conclusioni delle analisi sui documenti finanziari presentati dalle squadre al termine del 2021. Durante il fine settimana del GP di Singapore non si è parlato d’altro, essendo trapelato che ci sarebbero investigazioni aperte su almeno due team per presunte violazioni del “budget cap” nella passata stagione. E che uno di questi sarebbe la Red Bull campione del mondo in carica con Max Verstappen (l’altra l’Aston Martin). Le rivali Mercedes e Ferrari sono al varco in attesa di capire se le indiscrezioni verranno confermate e soprattutto quale sarebbe l’entità dello sforamento commesso da Milton Keynes.

La Cost Cap Administration, un apposito organismo della Fia che si avvale di ispettori indipendenti, è chiamata a decidere se le squadre abbiano rispettato i parametri imposti dal tetto alle spese (nel 2021 era 145 milioni di dollari) e in caso contrario a determinare le cifre che non tornano. Da questo dipendono anche le potenziali sanzioni. Per la Red Bull, se riconosciuta colpevole, potrebbe esserci una grossa punizione oppure una penalità lieve, e gli avversari vogliono essere sicuri che il team di Christian Horner non sia in nessun caso graziato. La vittoria di Sergio Perez a Singapore è stato già un mezzo regalo dei commissari Fia, che se fossero stati più severi avrebbero potuto punire il messicano con due penalità da 5” per la doppia infrazione commessa dietro alle safety car anziché limitarsi a una reprimenda nel primo episodio, ma una sentenza “annacquata” sul budget cap avrebbe un peso ben maggiore per lo sport e per la politica. Quello che non si augurano a Brackley e a Maranello.

Domani sapremo se la Red Bull è accusata e in che misura. Ma per il giudizio finale bisognerà attendere ancora: la Cost Cap Administration trasmette infatti le sue conclusioni al Cost Cap Adjudication Panel, un comitato di giudici (da 6 a 12) che può ascoltare i team indagati e quindi decidere il tipo di sanzione da applicare in caso di accertata colpevolezza. Si può arrivare anche a un patteggiamento, se il team riconosce la violazione. Ed è prevista l’immunità per chi collabora rivelando informazioni utili all’inchiesta. Il Panel è formato da membri dell’Assemblea generale Fia e dai rappresentanti di almeno cinque team non coinvolti. L’udienza, in questa sede, funziona proprio come i procedimenti in Tribunale, con tanto di testimoni. Nel regolamento finanziario, entrato in vigore nel 2021, è stabilito inoltre che la Fia ha fino a cinque anni per perseguire eventuali anomalie nelle dichiarazioni relative a una stagione. Perciò non meravigliamoci se si è arrivati a ottobre 2022 con un accertamento ancora in corso sul Mondiale dell’anno passato. In futuro potrebbero capitare ritardi anche peggiori…

Quali punizioni sono previste per chi sgarra sul budget cap? Ci sono tre categorie di possibili violazioni a cui corrispondono diverse pene. La più leggera è quando un team presenta la dichiarazione delle spese in ritardo o in modo inaccurato. È successo alla Williams, che non aveva inviato i documenti entro la data limite del 31 marzo e lo ha fatto a maggio, accettando una multa di 25 mila dollari. In questi casi è infatti prevista solo una sanzione pecuniaria. La seconda eventualità è una violazione cosiddetta minore, quando un team oltrepassa il budget cap di meno del 5%, cioè sotto i 7,25 milioni di dollari se riferito al 2021. Il ventaglio di possibili sanzioni è però molto ampio: semplice reprimenda; decurtazione di punti nella classifica costruttori o piloti; squalifica per un certo numero di gare; limitazione dei test in galleria del vento o riduzione delle possibilità di spesa nella stagione successiva all’accertamento. Mentre il terzo caso, quando si eccede il 5% del budget, viene considerato una violazione materiale, per la quale si può arrivare persino all’esclusione di un team dal Mondiale, se vengono riconosciute determinate aggravanti dolose. Nel tetto alle spese rientrano innumerevoli voci, le principali sono il costo del personale (ingegneri) e gli investimenti sullo sviluppo della monoposto, da cui dipende la competitività in pista. La Red Bull potrebbe essersi avvantaggiata nella corsa al titolo del 2021 e anche in questo campionato, visto che le vetture si progettano durante l’annata precedente in parallelo con quelle che corrono. Nessuno oggi può sapere se tutto finirà con un polverone o se sarà riscritta la storia di un Mondiale (due?). Ma qualcuno trema.

Fonte: Gazzetta.it

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