Quattro punti di distanza fra Bologna e Roma, partita che banale non è anche per la presenza in panchina di due allenatori a loro modo unici. “Mourinho è un grande, sia come allenatore che come persona, e sono contento di incontrarlo: siamo amici, veniamo da paesi in cui furbizia, rispetto e lealtà sono importanti, l’ho sempre apprezzato, mi fa divertire con le sue interviste – racconta sinisa Mihajlovic -. Una volta litigammo, poi siamo diventati amici: successe quando lo battemmo col Catania, era l’anno del Triplete interista, lui cominciò a dire che non conosceva il direttore Lo Monaco citando Monaco di Baviera, il Monaco de Tibete o Montecarlo. Poi disse qualcosa a me, io ribattei dicendo che non potevo rispondere a chi non aveva mai giocato a calcio. Ci ritrovammo a una riunione di arbitri e ci chiarimmo: da quel giorno siamo diventati amici. Mi ha mandato messaggi durante la mia malattia, e queste cose non si dimenticano. Lo ha fatto anche quando sono diventato nonno. “Anche io voglio diventare nonno”, mi ha scritto. E gli ho risposto che non è mai troppo tardi… Insomma, ci sentiamo e ci scriviamo ma io domani voglio vincere ancora: il successo di La Spezia non mi basta, vincendo si crede ancor di più nella vittoria, se battiamo la Roma la avviciniamo di un punto e allora diventa tutto diverso… Il 5-1 in casa dello scorso anno? Non credo succederà. Almeno lo spero”.
