In Buongiorno Sportiva è intervenuto Luigi Garlando, grande firma della Gazzetta dello sport, per parlare dell’eliminazione della Juventus dalla Champions.
“La chiamano obiettivo ma la Champions per la Juventus sta realmente diventando un’ossessione, il biennale piano di investimento con l’acquisto di Ronaldo andava in questa ottica: un’eliminazione così è molto più di una delusione è il fallimento di un progetto, ora si apre riflessione importante. Non è Ronaldo ad essere in discussione quanto la paura che possa essere lui a mettere in discussione la Juve, quando negli scontri diretti segni solo te ti rendi conto di essere in un contesto che non ti aiuta, Ronaldo veniva da 4 vittorie e 4 semifinali è stata una frenata brusca: parlerà con la società anche il suo è un capitolo aperto non basta dire va in vacanza e tornerà, è tutto sul tavolo. Tra i nomi che si fanno Zidane ha un ingaggio importantissimo, va valutata la disponibilità anche economica, uscire agli ottavi comporta anche una mancanza di introiti in bilanci già danneggiati dal Covid, la candidatura di un profilo come Simone Inzaghi meno oneroso prende corpo ma sua volta con i suoi effetti collaterali, perché non sarà facile gestire certe ambizioni per un allenatore bravo ma non ancora apprezzato a livello internazionale come Simone. A me per Sarri spiace perché ho grande rispetto di un allenatore a cui non è stato regalato nulla, ma non va messo in discussione tanto per l’obiettivo mancato, quanto per una crisi di rigetto che è conclamata da tempo. Non è mai stato assimilato dalla Juve anche nella comunicazione, dopo la Supercoppa “se la Lazio dice gioca così non possiamo fare niente” come fai a dirlo alla Juve? E poi tatticamente la squadra non lo ha mai seguito fino in fondo, non ho mai avuto l’impressione che la squadra gli andasse dietro anche ieri non mi pare i giocatori si siano buttati nel fuoco: mi sembra un innesto non riuscito, per questo penso sia giusto che la società rifletta. Forse non ci ha creduto neppure la dirigenza, io approvo la svolta, per me bisognava cambiare, guardando a Klopp e Guardiola o l’Atalanta in Italia serve identità nel gioco, scegliere di avere un’identità di gioco, purtroppo non è riuscito l’innesto di Sarri come persona, spero non tornino indietro però sull’idea di cambiare filosofia di gioco”.
